Di seguito sono elencati i 20 punti chiave da seguire per acquistare e allevare un cane da protezione. Per ulteriori dettagli si rimanda al testo principale.

  • Selezionare il cane in base ai seguenti caratteri: a) morfologia (appartenenza a una razza da protezione); b) origine dei fondatori (appartenenza a una linea di cani da lavoro); c) attitudine verso il bestiame: attenzione (spiccata tendenza a rimanere sempre associati al bestiame), protezione (propensione a difendere il bestiame, coraggio) e affidabilità (assenza di aggressività nei confronti del bestiame e delle persone); d) assenza di problemi di temperamento (eccessiva aggressività); e) assenza di anomalie o malattie.
  • In assenza di un legame di attaccamento verso il bestiame, un cane da protezione non può considerarsi idoneo a proteggerlo; per questo è necessario inserire il cane nel contesto zootecnico di lavoro seguendo specifiche tecniche di allevamento.
  • Il cane deve essere inserito tra il bestiame (ovini, caprini e bovini) da cucciolo, fra le 3 e le 12 settimane d’età e preferibilmente non oltre le 16 settimane, dopo le quali è difficile che si realizzi un legame di attaccamento verso altre specie animali. Tuttavia, come stabilisce la Legge, i cuccioli non devono essere allontanati dalla madre nelle prime 8-10 settimane per evitare anomalie comportamentali nello sviluppo dell’adulto. La situazione ottimale consiste, pertanto, nella nascita del cane direttamente in stalla.
  • È preferibile che l’integrazione avvenga in inverno, nella stalla o nei pascoli aziendali, ciò garantisce migliore sorveglianza e la possibilità di correggere comportamenti non desiderati dei cani nei confronti del bestiame.
  • Se possibile, iniziare l’integrazione con pochi capi di bestiame d’indole docile già abituati alla presenza di cani da protezione, per poi gradualmente introdurli ad un numero maggiore di capi di bestiame. In caso non sia possibile isolare pochi capi di bestiame, è fondamentale mantenere una costante supervisione del gruppo per correggere comportamenti non desiderati.
  • Per procedere in modo graduale è consigliato ricavare uno spazio, all’interno della stalla o dell’area di pascolo, dove i cuccioli possono entrare in contatto visivo ed olfattivo con il bestiame e viceversa, ma non in quello fisico.
  • Stabilire un rapporto equilibrato fra il cane e l’uomo (evitare un’eccessiva socializzazione, ma anche contatti troppo brevi) e supervisionare con costanza il cane per correggere qualsiasi comportamento non desiderato nei confronti del bestiame (per esempio aggressività o gioco).
  • Incoraggiare il cane a rimanere sempre vicino al bestiame e farlo socializzare con tutte le specie di animali domestici, cani e persone con cui entrerà in contatto.
  • Controllare lo stato di salute e nutrizionale del cane: un cane da protezione lavora in maniera efficiente se gli è assicurata un’alimentazione equilibrata (cibo e acqua) e se non è ferito o malato.
  • Allevare ed educare il cane senza usare misure coercitive, che hanno solo l’effetto di generare paura o aggressività. I cani rispondono e apprendono più velocemente se sono premiati anziché puniti ed è più importante interrompere dei comportamenti inappropriati piuttosto che punire.
  • Tenere sempre conto dell’età e dell’esperienza del cane quando si gestisce il bestiame (è preferibile introdurre un cane giovane e con poca esperienza in pascoli di dimensione ridotta). È consigliabile inserire un cane nel gregge o nella mandria al pascolo in compagnia di uno o più cani da protezione già esperti (in caso contrario non prima dei 12 mesi di età). Il raggiungimento di una piena maturità psicoattitudinale e fisica di un cane potrebbe richiedere fino a 2 anni. È preferibile non destinare alla protezione del bestiame cani anziani (oltre i 10 anni), soprattutto se da soli.
  • L’integrazione di un cucciolo può essere facilitata (con minori incombenze per l’imprenditore) dalla presenza di un cane adulto esperto, che provvederà esso stesso a educare il cane più giovane. È necessaria sempre una supervisione.
  • Armarsi di pazienza e tempo per allevare ed educare il cane da cucciolo e procedere per gradi: correggere eventuali comportamenti indesiderati in un adulto è più difficile che da cucciolo.
  • Si possono inserire nel bestiame cani adulti, già opportunamente integrati con il bestiame. È necessario comunque, anche in questo caso, seguire delle procedure d’inserimento adeguate.
  • Le difficoltà che un allevatore può incontrare con un cane da protezione sono riconducibili nella maggiore parte dei casi a “errori umani”, ma sono superabili ripercorrendo le fasi più critiche dell‘allevamento e della educazione. Pertanto valutare la propria competenza nell’allevare correttamente un cane da protezione e nel caso di dubbi (perché è la prima esperienza o perché i cani già posseduti presentano problemi comportamentali), chiedere consiglio a un esperto o documentarsi.
  • La sterilizzazione non pregiudica la funzione di protezione del bestiame da parte del cane ed è utile per ridurre l’insorgenza di comportamenti che potrebbero compromettere l’efficienza del lavoro di protezione. In caso contrario isolare i cani in calore o aumentare la sorveglianza da parte di personale dell’azienda.
  • La scelta della sterilizzazione dei cani deve essere valutata in merito a motivazione, carattere del singolo cane e contesto. É preferibile parlarne sempre con un veterinario e un tecnico prima di optare per questa soluzione.
  • Numero e composizione del gruppo di cani da protezione possono variare a seconda del numero dei capi, della suddivisione in diversi gruppi, dall’orografia del territorio, dalla vegetazione presente (aree aperte e più pulite o aree chiude e con arbusti e alberi fitti). É fondamentale valutare la singola situazione considerando ottimale almeno la presenza di due cani da protezione. Utile è poter avere una muta con vari soggetti di sesso ed età diversa per poterli poi distribuire e gestire al pascolo in modo da soddisfare l’esigenza aziendale.
  • Valutare le caratteristiche dell’azienda prima di adottare i cani come sistema di prevenzione. Molti fattori possono influire sulla vulnerabilità dell’azienda alle predazioni, tra cui il sistema di conduzione, le caratteristiche del pascolo e l’adozione di buone pratiche di gestione (es. smaltimento delle carcasse, ecc.; vedi sezione “Riduci le vulnerabilità”).
  • I cani da protezione sono un efficiente strumento di prevenzione, offrono numerosi benefici e, se impiegati assieme a recinzioni e ricoveri notturni, possono ridurre le predazioni anche oltre il 90%.

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