L’ adozione di buone pratiche nella conduzione e gestione del bestiame, in associazione all’utilizzo di sistemi protettivi, rappresenta lo strumento più efficace per ridurre gli attacchi da grandi canidi (lupi, cani vaganti, ecc.).

Sebbene  non esista una unica misura che ben si adatti a tutte le tipologie aziendali o di gestione degli animali, un sistema integrato che comprenda l’utilizzo di diversi metodi preventivi può migliorare molto l’efficacia ed efficienza nella prevenzione dei danni.

Tuttavia, nessun sistema integrato di prevenzione può essere efficace in assenza di una partecipazione attiva e consapevole dell’allevatore, oltre  ad un impegno economico.  Il ruolo dell’allevatore è fondamentale non solo per calibrare le soluzioni alla propria azienda, ma per garantire la corretta funzionalità di tutte le misure adottate.

In quest’ottica, è importante considerare che la tempistica nell’applicazione delle misure è un elemento critico. La probabilità che un’azienda subisca un attacco è maggiore nei giorni immediatamente successivi a un attacco, perché predatori come i lupi tendono a tornare a consumare le carcasse. Reagire prontamente rafforzando o integrando le misure protettive può contribuire a mettere più barriere tra il bestiame e i predatori.

 

Questo processo deve necessariamente seguire quattro passaggi fondamentali:

1. Caratterizzazione del fenomeno delle predazioni nella propria azienda (Quando e in che situazioni avvengono gli attacchi al bestiame? Quali animali sono maggiormente colpiti?)

2. Valutazione dei fattori che rendono vulnerabile (ovvero più suscettibile ad attacchi) il proprio bestiame in base al sistema di gestione e conduzione adottato e al comportamento del predatore (Ci sono delle modalità di gestione e conduzione che rendono il bestiame più suscettibile agli attacchi? Le aree destinate al pascolo e all’alimentazione del bestiame hanno  delle caratteristiche che rendono vulnerabile il bestiame?)

3. Individuazione delle misure che meglio si adattano alla propria azienda in termini d’idoneità, costi/benefici, e impegno di mantenimento nel tempo (Come funzionano? Quali sono i costi di acquisto, gestione e/o manutenzione? Quali sono i benefici? Quali sono i limiti? Quali sono le indicazioni e strategie per difendere al meglio la mia azienda dagli attacchi da predatori?).

4. Controllo costante del bestiame (capi persi, animali feriti, ecc.) e dell’efficienza delle misure adottate, per applicare correzioni o intervenire in situazioni di emergenza (Quando intervenire? Come risolvere alcuni problemi?).

 

Relativamente ai punti 1 e 2, è consigliato, anche in maniera preventiva, di informarsi  presso le Associazione di Categoria e i Servizi Veterinari ASL,  per sapere a chi rivolgersi per assistenza e supporto tecnico nel proprio comune o regione.

Qui di seguito si riportano, a titolo informativo e per una maggiore comprensione, alcune delle più comuni situazioni di vulnerabilità rilevabili nella maggiore parte delle situazioni italiane di pascolo (con riferimento al punto 2) con riferimento alle misure protettive e preventive che dovrebbero essere prese in considerazione, sempre previa verifica di fattibilità da parte dell’allevatore.

Per una trattazione più dettagliata relativa ai costi e benefici nell’adottare le misure protettive (con riferimento ai punti 3 e 4) si rimanda alla sezione riguardante i “Metodi di protezione“.

Vegetazione e orografia

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Aspetti sfavorevoli
Pascoli interrotti da corsi d’acqua, vegetazione fitta (cespugli e alberi) e caratterizzati da una complessa orografia (pendenza, avvallamenti, doline), offrono minore visibilità e sono a maggiore rischio di attacco da parte di predatori. In queste condizioni, i predatori amano nascondersi e possono avvicinarsi indisturbati alle prede. Inoltre, in caso di attacco, il ritrovamento di eventuali carcasse è molto difficile, con il rischio di lasciare attrattivi che favoriscono la permanenza del predatore in zona.
Buone pratiche
Ridurre il tempo di permanenza  in zone di pascolo cespugliato, soprattutto nelle fasi di andata alle aree di pascolo all’alba e di rientro pomeridiano tardo allo stazzo/stalla o aumentare la sorveglianza.
Evitare di mandare al pascolo brado le categorie più a rischio (femmine gravide, agnelli e vitelli) o prevedere misure protettive (vedi sotto).
Evitare di utilizzare aree di abbeveramento circondate da vegetazione fitta e con una massa di terreno eccessivamente fangosa (trappole naturali per una preda).
Contare e controllare i capi di bestiame su base giornaliera per verificare l’eventuale perdita di qualche capo e la conseguente necessità di adottare altre misure di protezione.
Misure protettive
Prendere in considerazione di riorganizzare la gestione del pascolo incrementando la sorveglianza  durante le ore di pascolo e nelle fasi di rientro allo stazzo/stalla (con cani da protezione e presenza di custodi)
Considerare di incrementare la custodia delle classi più vulnerabili (femmine gravide, agnelli, vitelli e animali feriti)  e/o di tutti i capi con la stabulazione in recinzioni, soprattutto nei  periodi più vulnerabili (di notte o in condizioni di maltempo).

 

Condizioni meteorologiche e momento della giornata

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Aspetti sfavorevoli
I predatori possono approfittare delle giornate di maltempo per attaccare il bestiame. Le giornate più critiche da un punto di vista meteorologico sono quelle con pioggia e nebbia fitta che impediscono al pastore o ai cani da protezione di mantenere raggruppato il bestiame e di controllare cosa accade nelle aree destinate al pascolo. In queste situazioni è possibile anche il verificarsi di attacchi multipli, perché il bestiame ha ridotte possibilità a trovare chiare vie di fuga in condizioni di scarsa visibilità. Il momento della giornata più a rischio  è la notte, ma i predatori sono animali in grado di imparare a individuare i momenti in cui il bestiame è meno custodito anche di giorno (soprattutto in caso di maltempo).
Buone pratiche
Limitare la permanenza al pascolo con nebbia o pioggia, soprattutto in aree cespugliate o con scarsa visibilità.
Misure protettive
Considerare di incrementare temporaneamente la custodia con la stabulazione in recinzioni.

 

Consistenza numerica del bestiame e grado di coesione del bestiame

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Aspetti sfavorevoli
Maggiore è il numero di capi allevati e maggiori sarà la difficoltà nel tenerli raggruppati  nelle aree di pascolo. Nel caso di greggi o mandrie numerose e disperse è più probabile che alcuni individui rimangano isolati, costituendo una facile preda per i lupi.
Buone pratiche
Prendere in considerazione, in funzione della consistenza numerica del bestiame, di  riorganizzare la gestione del pascolo in modo da favorire una  maggiore coesione del gruppo (es: presenza di custodi  e cani da protezione) o il contenimento del gruppo all’interno di recinzioni anti predatorie.

 

Gestione dei periodi dei parti

 

 

Aspetti sfavorevoli
Animali in fase di gravidanza e i neonati/giovani sono le categorie più “vulnerabili” e suscettibili a predazione. Molti allevatori documentano, infatti, che le femmine gravide di qualsiasi specie hanno una maggiore difficoltà a seguire gli altri animali negli spostamenti  (tendono ad isolarsi e a rimanere in coda).  Al momento del parto, inoltre, la placenta ha un forte odore che può “richiamare” un predatore anche a distanza.
Buone pratiche
E’ consigliato, se possibile da un punto  di vista economico,  sincronizzare le stagioni dei parti per consentire di ridurre il rischio di attacco annuale  e  i costi di adozione di eventuali misure di protezione (minore durata della stagione a rischio).
Misure protettive
Considerare di aumentare la custodia con il contenimento del bestiame in recinzioni anti predatorie o in stalla: sarebbe opportuno che i parti avvenissero in stalla o comunque in area protetta, in modo da non subire perdite e assicurare un intervento immediato in caso di parti difficili. In alternativa, è importante rimuovere e smaltire placente ed eventuali agnelli morti per non attrarre predatori nelle aree di pascolo, sebbene quest’ultima operazione possa risultare complessa dal punto di vista operativo.

 

Presenza di attrattivi nelle aree destinate al pascolo e all’alimentazione del bestiame

Aspetti sfavorevoli
Come tutti i canidi, i lupi hanno un senso dell’olfatto molto sviluppato. Carcasse di animali morti, individui feriti o malati o in fase riproduttiva, resti dei parti (placente) rappresentano tutti degli attrattivi a distanza, la cui presenza può essere rilevata anche a diversi chilometri da un predatore. Se un predatore è attratto nelle aree di pascolo e di alimentazione del bestiame, sono maggiori le probabilità che possa incontrare il bestiame e attaccarlo. Se un predatore ha libero accesso a carcasse di bestiame, può essere incoraggiato a riconoscere il bestiame come “cibo” naturale e replicare gli attacchi.

In caso di attacco, le probabilità che un predatore ritorni la notte successiva per consumare le carcasse è elevata: eliminando le carcasse (obbligatorio per Legge), si riduce la motivazione a tornare. E’ importante non permettere ai cani da protezione di alimentarsi di resti di carcasse o anche di residui di placenta di bestiame. Numerose malattie parassitarie vengono trasmesse dalle pecore ai cani e viceversa; alcune delle quali trasmissibili anche all’uomo. La rimozione immediata di questi resti alimentari dal contesto zootecnico è importante anche per non rischiare di abituare i cani ad alimentarsi di bestiame con possibile rischio di attacco al bestiame stesso (aziende confinanti).

Buone pratiche
E’ consigliato non mandare subito al pascolo i vitelli appena castrati o marcati.
E’ consigliato non mandare subito al pascolo gli agnelli castrati o dopo il taglio della coda.
E’ buona pratica rimuovere immediatamente i resti dei parti (es: placente) o fare partorire i capi in stalla.
Controllare la presenza di animali feriti nel bestiame e isolarli.
E’ buona pratica e previsto dalle leggi vigenti rimuovere e smaltire le carcasse di animali morti. Prendere contatto con le Autorità competenti (Servizi Veterinari delle ASL) per avere informazioni sui disciplinari  da seguire (e l’esistenza eventuale di incentivi economici ).
In caso di predazione, è fondamentale prendere contatto tempestivamente con le Autorità competenti e incaricate dell’accertamento dei danni (sezione “Se subisco un danno”). E’ possibile valutare di utilizzare recinzioni elettriche per rendere inaccessibile temporaneamente la carcassa in attesa di verifica.

 

Vicinanza ad aree di cura e allevamento di cuccioli di lupo (siti di rendez-vous o tane)

Aspetti sfavorevoli
In estate, in coincidenza con la presenza dei cuccioli dei lupi, gli attacchi potrebbero essere più frequenti.
Buone pratiche
Da alcuni imprenditori ed esperti e lì dove possibile, è consigliata la rotazione dei pascoli per diluire la pressione predatoria sul bestiame e nelle aree più a rischio.
E’ consigliato applicare tutte le misure correttive elencate nei paragrafi precedenti.
Misure protettive
Considerare un sistema integrato che comprenda l’utilizzo di diversi metodi preventivi per migliorare di molto l’efficacia nella prevenzione dei danni (stabulazione notturna, presenza di custodi e cani da protezione).