In provincia di Grosseto 1. Intervenire subito dopo i primi attacchi rende
Silvia gestisce la sua azienda in provincia di Grosseto dal 1996, in Toscana, e pratica la rotazione tra pascoli aziendali e in affitto in un’area complessiva di 55 ettari. Il 90% delle aree di pascolo sono dotate di rete di contenimento. Alleva 300 pecore sarde da latte, le conduce al pascolo in gruppi separati e solo per due mesi in estate le raduna tutte insieme. Di notte le riporta sempre in stalla.
Le prime difficoltà le ha avute tra il 2013 ed il 2014, quando ha subito attacchi ripetuti da parte di lupi perdendo circa 25 capi. Da quel momento Silvia ha deciso di adottare misure di protezione (cani e recinzioni), tramite assistenza fornita da tecnici specializzati, e non ha più subito perdite. Utilizza recinzioni sia elettriche che miste (elettriche e metalliche) per il ricovero notturno o in caso di emergenze. Un consiglio sulle recinzioni? «Di gran lunga meglio quelle miste: quelle solo elettriche creano troppi problemi con caprioli e cinghiali». Seguendo il consiglio di alcuni specialisti di cani da protezione, ha integrato i cani a due – tre mesi di età con il gregge e ad oggi utilizza tre cani di razza maremmano abruzzese.
Silvia non può che constatare che l’impegno per proteggere il gregge è considerevole: per le recinzioni ci vuole molta manutenzione e per i cani l’impegno lavorativo è elevato soprattutto nei primi mesi (seguirli, allevarli correttamente) e aggiunge: «Bisogna fare attenzione alla strada dove passano le macchine con cani da caccia, perché i nostri cani vengono attirati e imparano a inseguire le macchine. Consiglio poi di partire sempre da una buona linea di sangue del cane».